Longobucco in Montagna

Un piccolo borgo immerso nell'incantevole Sila Greca e Sila Grande tra monti, fiumi e laghi che ospitano innumerevoli specie animali e vegetali.




Degustazioni e incontri con gli abitanti per vedere la lavorazione della pitta picata, che è una pasta di pane impastata con olio, spianata e tagliata a strisce. Su ogni pitta si stende un po' di sardellina salata ed impepata, oppure le frittule. Questo piatto è spesso presente sulle tavole, in concomitanza con la festa del maiale, che si tiene fra dicembre e gennaio. Poi sono da gustare anche i fritt'a vientu, delle semplici ciambelle ma dal gusto antico. Si consiglia di visitare uno dei tanti laboratori d'arte di tessitura locale famosa in tutto il mondo, dove si ha la possibilità di vedere realizzare vere opere d'arte con telai di antica manifattura fornendo prodotti per arredare ed abbellire le case di oggi. Una visita va fatta anche alla «Mostra Permanente dei tessuti tipici»
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Tra i primi territori della Calabria per estensione territoriale, Longobucco è uno dei principali comuni appartenenti al Parco Nazionale della Sila.

Tommaso Bartoli, cronista locale dell'Ottocento, rifacendosi alla tesi di alcuni storici calabresi dei secoli XVI e XVII, identifica Longobucco con l'antica citta' preellenica di Temesa.
Nel territorio di Longobucco sono presenti giacimenti d'argento il cui sfruttamento risulta documentato almeno dal Xll e fin quasi alla fine del XVIII secolo. Tali giacimenti erano noti gia' nell'antichita' e furono, con ogni probabilita', sfruttati dai Sibariti per la coniazione delle loro monete. Le origini storiche del Comune di Longobucco risalgono al Medioevo.
Nelle carte del Duecento e del Trecento il paese risulta citato come «Terre Longobucti», e «Longobucto».
Appartenne allo Stato di Rossano e fu feudo dei Marzano (dal 1445 al 1464), degli Sforza (dal 1487 al 1499), dei d'Aragona (dal 1499 al 1524), ancora degli Sforza (dal 1524 al 1559), degli Aldobrandini e, infine, dei Borghese, dal 1681 al 1806.

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